Lockdown e “Chiesa in uscita”. Un caso di studio in Italia: la fraternità “AGBP”
DOI:
https://doi.org/10.36253/ccselap-12765Parole chiave:
pluralismo, chiesa, preghiera carismatica, social mediaAbstract
L’irruenza del contagio dell’infezione da Sars-Covid 2 è stata notevole, scon-volgendo in tempi rapidissimi le abitudini degli individui di ogni angolo del pianeta. Possiamo osservare da un lato i singoli, smarriti e chiamati a risignificare ogni ambi-to della propria quotidianità, dall’altro le istituzioni che, cogliendo tale smarrimento, sono state chiamate a svolgere il loro ruolo essenziale di creare e rinsaldare il legame sociale. La Chiesa cattolica ha promosso il rispetto delle norme, senza rinunciare ad una “offerta religiosa” che sembra aver risposto ad una effettiva domanda di accompa-gnamento. Dirette streaming, trasmissioni televisive di preghiere e celebrazioni liturgi-che sono state proposte quotidianamente, con una molteplicità di forme e possibilità di accesso. Fra le varie opzioni possibili on line, si è scelto di focalizzare l’attenzione su un caso specifico: il caso della fraternità “Amici di Gesù Buon Pastore” (AGBP) che ha conosciuto proprio nei giorni del lockdown un incremento notevole dei propri fol-lowers. In particolare ci chiederemo cosa hanno cercato tanti figli spiritual-digitali e se (e come) questa figliolanza nata durante il periodo di quarantena possa tramutarsi in nuove forme di appartenenza religiosa in un contesto in cui le religioni storiche sembrano essere poco attraenti rispetto alle tante alternative di spiritualità presenti sul “ m e r c a t o ”.
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