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Il parco naturale di Doñana, noto anche como Coto de Doñana, si trova in Andalusia e si estende per 540 km² tra le province di Huelva, Cadice e Siviglia, di cui 135 km² costituiscono un’area protetta. Quest’ultima può essere visitata solo tramite tour guidati, mentre nel resto del parco nazionale sono disponibili sentieri percorribili anche in autonomia.

Il parco, noto per la sua biodiversità unica in Europa, ospita numerose specie animali. Tra queste sono comprese migliaia di uccelli, daini, cervi europei, cinghiali, tassi e manguste, oltre a specie uniche e a rischio di estinzione come l’aquila imperiale spagnola e la lince iberica, ossia tutti animali rappresentativi della fauna europea e nordafricana.

Inoltre Doñana permette di visitare una straordinaria varietà di ecosistemi, tra cui paludi, lagune, pinete, rive, dune. La palude, in particolare, si caratterizza per la sua importanza come luogo di transito, riproduzione e svernamento per migliaia di uccelli provenienti dall’Europa e dall’Africa. Il Parco nazionale è una delle aree umide più importanti d’Europa e la sua conformazione pianeggiante, priva di rilievi, lo rende un paesaggio unico. Per la sua ricchezza naturale, nel 1980, Doñana è stato dichiarato Riserva della Biosfera dall’UNESCO, mentre nel 1994 ha ottenuto il riconoscimento come Patrimonio dell’umanità.

Nel 1988, l’ecosistema del parco fu minacciato da un grave scarico di materiali minerari proveniente da una riserva mineraria situata lungo il fiume Guadiamar, che attraversa il parco. Per limitare ulteriori danni sull’area protetta, il flusso dei rifiuti venne successivamente spostato nel fiume Guadalquivir.

La storia di Doñana ha origini antiche, per secoli è stata territorio di proprietà della nobiltà dedicato alla pesca, all’agricoltura e alla caccia. Questo ha permesso di preservare l’ambiente, favorendo la sua trasformazione in Parco Nazionale. Il nome del parco deriva da Doña Ana, la moglie del VII Duca di Medina Sidonia, che nel 1523 costruì una residenza nell’area. Dal XVIII secolo, Doñana fu utilizzata non solo per la caccia, ma divenne un’area di sfruttamento forestale, pascolo e allevamento. Nel XIX secolo iniziò l’interesse scientifico per la sua fauna, ma la caccia e la raccolta di esemplari minacciarono alcune specie. Nel XX secolo, il territorio, passò a proprietari privati, che introdussero nuove specie e avviarono scavi archeologici. Nel 1952 aumentò l’interesse per la sua salvaguardia, portando alla creazione della Riserva Biologica nel 1963 e, sei anni dopo, del Parco Nazionale di Doñana. Oggi, gli abitanti dei comuni limitrofi contribuiscono alla conservazione del parco con pratiche tradizionali e sostenibili.

Doñana offre differenti attività che permettono di esplorare il suo territorio. Tra queste il birdwatching consente di osservare da vicino la ricca fauna locale. Oltre ai sentieri percorribili a piedi, è possibile scoprire il parco a cavallo, in biciletta grazie alla ricca rete di piste ciclabili o in kayak lungo il fiume Guadiamar.

Due elementi culturali che rappresentano Doñana e la sua regione sono il cavallo e la spiritualità. Infatti una delle tradizioni più antiche è la Saca de las Yeguas, una pratica annuale che si ripete da oltre 500 anni. In tale occasione gli allevatori di Almonte radunano i cavalli selvaggi che vivono nelle paludi per portarli in città, dove vengono preparati per la fiera del bestiame, organizzata in onore di San Pedro, il loro santo patrono. Anche la spiritualità è connessa a questo territorio fin dall’antichità, infatti il sito di El Tesorillo, a La Algaida (Sanlùcar de Barrameda), ospitava un santuario portuale preromano che venne frequentato dal V secolo al I secolo a.C. da marinai e mercanti per invocare la protezione di una divinità astrale. Nei secoli successivi, il culto si spostò verso una dea cristiana, ossia la Vergine del Rocío, la cui venerazione richiama ancora oggi migliaia di fedeli che ogni anno, il lunedì di Pentecoste, si recano al villaggio di Rocío, situato ai margini del parco, per omaggiarla. Questa rappresenta una delle maggiori manifestazioni religiose della Spagna e si chiama la Romería del Rocío.

Ai confini del parco sono dislocati 5 centri visitatori, che rappresentano il punto di partenza perfetto per esplorare il suo territorio in autonomia. Tre di questi si trovano nella provincia di Huelva, ossia: El Acebuche che è il più antico e uno dei più famosi punti di accesso al parco; La Rocina, in cui si trova un’esposizione dedicata alla Romería del Rocío e al fiume La Rocina e Los Centenales. Invece nella provincia di Siviglia si trova Centro Visitatori José Antonio Valverde, mentre nella provincia di Cadice è presente il Centro Visitatori Fabrica del Hielo.

Dunque il Parco Naturale di Doñana non rappresenta solo un’area protetta, ma anche cultura, tradizioni e storia. Per tale motivo la sua conservazione è importante per salvaguardare sia la biodiversità che l’identità culturale dell’Andalusia.

 

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